27 Aprile 2021
CATEGORIA: NarrativaIn contrasto con me stessa
Troppe volte mi domando cosa vorrei da me stessa. Cosa sto facendo della mia vita e cosa, in realtà, dovrei farne. Troppe volte le risposte litigano fra loro. La situazione è come quella nel Gioco della vita, dove non sai quale strada prendere.
Cambiamento o quotidianità? L’indecisione assilla quella scelta che potrebbe cambiare il mio futuro; è anche vero che gli adulti mi hanno sempre detto che il periodo dell’adolescenza è il più bello e spensierato, ma ora che lo sto vivendo ne dubito. Ogni giorno mi scontro con le mie due metà. Una è Rosa e l’altra Fucsia. Rosa è il bisogno di restare ragazza, di continuare ad andare a scuola e trascorrere i pomeriggi a guardare serie tv mangiando schifezze. La voglia di uscire con le amiche e poter andare a fare shopping grazie alla mancia di papà. Fucsia è il coraggio di crescere, la necessità di diventare indipendente e gettare le basi di un futuro. In questo colore ci vedo la passione per le cose che amo, mi spronano a entrare nel mondo del lavoro per poterle ottenere senza dipendere da nessuno.
Rosa è la vita da studente che conosco benissimo: svegliarmi alle otto e trenta, allungare la mano verso il comodino e a tastoni cercare l’IPad per collegarmi a lezione. Trascorrere i pomeriggi a fare i compiti, dedicarci un paio d’ore ed essere spensierata. Anche se un adolescente non è mai spensierato. La scuola, le amicizie o qualche bisticciata in famiglia ci sono sempre nella mia testa. Spesse volte mi travolgono e non so gestire le reazioni che innescano, altre volte resto indifferente a tutto per non crollare a piangere l’ennesima volta. Fucsia è la vita da adulta, nuova e diversa. La vita a cui aspiro ogni singolo secondo. Ho paura di stravolgere il mio presente, ma voglio provare a farlo per me stessa. Sarà faticoso? Difficile? Stancante? Non mi importa perchè il più delle volte è la curiosità che mi fa sentire adulta. É come una scarica di adrenalina lungo la schiena, una sensazione simile a quella che provo durante la discesa di Oblivion a Gardaland. Uno stimolo elettrizzante che lascia i miei dubbi alle spalle e mi sprona ad andare avanti. A crescere. Ma come posso farlo nel periodo che stiamo vivendo? Ogni venerdì mattina mi sveglio con l’ansia per il futuro colore della Lombardia. Sono circondata da barriere che mi impediscono di fare la mia scelta. Due passi avanti e poi tre indietro, l’indecisione di chi voglio diventare è sempre più forte nello stomaco.
Quanti treni sto perdendo, gli anni in cui mi sono concessi i tentativi stanno bruciando nelle grinfie di questa pandemia. Gli anni in cui non sono obbligata a prendere una decisione definitiva, in cui posso sbagliare, in cui posso cambiare idea e poi ricambiarla perchè niente è immutabile, mi sono stati strappati. Ho iniziato questo periodo bizzarro quando avevo diciott’anni. Ora ne ho venti. Cosa ho fatto di me stessa? Ho cambiato tante sfaccettature della mia vita, vero, ma se fossero state decisive adesso saprei benissimo cosa fare del mio presente e del mio futuro.
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