28 Aprile 2021
CATEGORIA: RaccontoDopo “Prima dell’alba”
“Prima dell’alba” (Before Sunrise) è un film del 1995 scritto e diretto da Richard Linklater. La trama è una delle più semplici che vi possano venire in mente. Un ragazzo americano, Jesse, è in viaggio per l’Europa e su un treno scambia quattro chiacchiere con una coetanea francese di nome Celine. I due hanno subito intesa, e arrivati a Vienna, Jesse propone alla ragazza di passeggiare fino all’alba con lui per le strade della città. I due giovani passeranno una nottata speciale fra discussioni sulla vita, sull’amore, sul futuro, tutte cose di cui si parla quando hai vent’anni. Perché ho deciso di parlare proprio di questa pellicola? Ogni film scritto da Linklater andrebbe sviscerato e analizzato da un cinefilo. Regista che sperimenta sempre, riesce a raccontare veri e propri spaccati di vita attraverso i suoi personaggi tridimensionali. In questo caso specifico, lo spettatore può rispecchiarsi molto nei due protagonisti, Jesse e Celine. Sia se hai vissuto o no una relazione sentimentale, amerai e capirai questa coppia di giovani. Sentendo i loro discorsi, gli scambi di sguardi, le confessioni intime, vorrai anche tu aver passato una volta nella vita una nottata speciale quanto la loro. La regia è a servizio dei personaggi. La macchina da presa riesce a mostrare sempre i movimenti del corpo dei due giovani e le loro espressioni genuine. I dialoghi sono molto naturali e a volte sembra che è la regia che deve inseguire i protagonisti, e non il contrario, grazie alla splendida alchimia fra i due. La naturalezza che si respira è ammaliante ed è impossibile distogliere lo sguardo durante la visione. Che sia un campo contro campo oppure una lunga sequenza a camera fissa, gli scambi fra Jesse e Celine non risultano mai pesanti o ridondanti. Il film riesce a trasmettere allo spettatore lo stesso imbarazzo e gli stessi “magici” attimi di suspence provati da chiunque durante un primo appuntamento. Durante la visione ti capiterà spesso di provare emozioni contrastanti. Di pensare “Diavolo è successo anche a me” oppure “Vorrei tanto provare anche io qualcosa del genere”. Due pensieri agli antipodi che fanno risultare questa pellicola all’apparenza semplice, ancora più magica. Capita sempre a ciascuno di riflettere e pensare che la propria vita sia poco emozionante, oppure che sia banale. Ma un’esperienza personale legata a doppio filo con questo film mi ha fatto cambiare visione. Ero su un treno per Milano e già prima di salire a bordo avevo notato questa ragazza dai capelli ricci e occhi azzurri che mi ricambiava lo sguardo. Sul treno, dopo qualche scambio di sguardi, ero ancora lì a rimuginare, a riflettere. La vocina in testa che ti dice “vai a parlarle, idiota” si faceva sentire. Il treno continuava a fermarsi ogni cinque minuti. Era come se il mezzo stesso mi dicesse di parlarle prima di scendere. E infatti, il treno si fermò a pochi metri dalla stazione di arrivo. Un ultimo segnale. Presi finalmente la palla al balzo e mi alzai per parlarle. Sarei dovuto scendere di lì a poco, quindi mi limitai a chiederle come si chiamava e se venisse anche lei dalla mia città. Mi disse nome e cognome, facendomi lo spelling per trovarla sui social. Mi disse “stamattina ho un esame, vediamoci oggi pomeriggio”. In quel momento specifico non pensai al film, al fatto di star vivendo effettivamente qualcosa di simile. Non era un treno che faceva il tour delle capitali europee, era un pendolare tratta Lodi-Milano. Non camminammo tutta notte, ma passammo un bellissimo pomeriggio senza tempo. Una birra in mano e passeggiata in riva al fiume. Come per i protagonisti del film, non importa cosa succede dopo. L’importante è quel preciso lasso di tempo che può farti dire che la tua vita vale la pena di essere raccontata. Perché sì, è così.
AUTORI: