29 Aprile 2021

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È giusto giocare?

Cosa fate quando vi trovate con amici che non vedete da tempo? Parlate, probabilmente, fate una passeggiata, se c’è il sole, e poi? Un gioco, forse.

I filosofi dell’antica Grecia riconoscevano nel gioco una funzione non solo ricreativa ma anche educativa. Derivante dal latino iocus la parola indica originariamente solo lo scherzo o il gioco di parole, distinto dal ludus, più fisico e movimentato, come gli spettacoli e i combattimenti fra gladiatori. Per capire l’importanza di quest’attività basta guardarsi intorno: giochi online, all’aperto, in compagnia o da soli. 

Erroneamente molti pensano che arrivati a una certa età, le attività ricreative legate al gioco siano una distrazione o addirittura una perdita di tempo, soprattutto se le si fa nel tempo libero dopo il lavoro. “Puoi usare il tuo tempo libero in modi migliori”, lo abbiamo sentito tutti.

Il gioco è un’attività ricreativa che stimola la mente, che tu sia giovane o anziano, bambino o adulto. Si gioca per svago, per divertirsi con gli amici, per conoscersi. È un modo informale di comunicare che può dire di una persona molto più di quanto non facciano le parole: come qualcuno si comporta sotto stress, se possiede capacità per superare gli ostacoli o se si lega al dito la sconfitta.

Durante attività di questo tipo capita a volte di farsi trasportare e dar vita a un’accesa  competizione, ma ciò può succedere anche in altri ambiti, per esempio al lavoro o a casa. Appartiene alla nostra natura, perciò è inutile sminuire e considerare qualcosa a essa legata come infantile. 

Volendo si possono usare le stesse tattiche e strategie utilizzate in attività ludiche per superare ostacoli lavorativi e quotidiani. Pensiamo ai giochi strategici, in cui devi prevedere le mosse del tuo avversario, capire chi hai davanti, agire di conseguenza. Gli scacchi, la dama, il risiko, sono solo alcuni esempi da seguire in quel caso. 

Consideriamo invece giochi ritenuti infantili, come Lego, action figures, peluches. Molti adulti ne possiedono: si tratta solo di collezionismo? Accumulare oggetti nerd di vario genere solo per dire “ce l’ho”… può essere. Alcuni vogliono solo possedere o tenere in mostra qualcosa che ricordi loro la propria infanzia, altri invece provano un senso di conforto e benessere relativo a questi oggetti.

Da scrittori dilettanti possiamo dire che per chi è legato a certi interessi come la scrittura, il cinema, il disegno, e l’arte in generale, il “Fanciullino” interiore non smette mai di parlare. Negli altri forse bisbiglia. 

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