29 Aprile 2021
CATEGORIA: ArticoloPer chi sono i confini? Mondi chiusi
Quindi con la globalizzazione abbiamo imparato a immaginare un mondo senza confini. Ma è davvero così?
In questo anno di immobilità mi sono ritrovata spesso a pensare a dove sarei potuta andare quando il mondo sarebbe ripartito. Il mio cervello ha iniziato a sognare i posti più strani, ai confini del mondo. Presa dall’entusiasmo e inconsapevole del fatto che la pandemia sarebbe durata ancora per molto, ho fatto qualche ricerca online. Mi sono imbattuta in una foto stupenda scattata in Bhutan, un paese di cui non conoscevo niente prima, situato sull’Himalaya orientale. La foto mostrava case dall’architettura fiabesca costruite dentro la montagna scoscesa, un effetto da pelle d’oca.
Ciò che ho scoperto subito dopo del Bhutan, è che ha fama di essere uno dei paesi più inaccessibili del mondo. Il paese ha in realtà aperto le frontiere al turismo nel 1974, ma ancora oggi viaggiare in Bhutan è molto difficile. Serve un visto che solo le agenzie e i tour operator all’interno del paese possono farvi ottenere, inoltre è obbligatorio organizzare l’intero viaggio con una guida senza la quale non è possibile muoversi e, per finire, l’intera spesa per il viaggio va pagata in anticipo all’agenzia di riferimento. È il governo del Bhutan a stabilire i prezzi minimi di soggiorno, che si aggirano tra i 300 e i 250 dollari americani al giorno. Circa 65 dollari di questi, sono una tassa che il governo preleva per lo sviluppo sostenibile: il Bhutan infatti cerca di selezionare il turismo con questo metodo, per tutelarsi dall’impatto ambientale e culturale senza però perdere i vantaggi economici.
Ma il Bhutan non è l’unico paese difficilmente accessibile. Da quanto leggo su internet, sembra che anche per entrare in Russia serva un particolare visto oltre al passaporto. Incuriosita dalla storia del visto, sono finita sul sito visto-russia.com, che recitava:
Per visitare la Russia è necessario ottenere un visto di ingresso. Con un visto turistico è possibile soggiornare in Russia per un periodo massimo di 30 giorni, usufruendo di un solo ingresso. In alcuni casi è possibile richiedere un visto doppia entrata. Per periodi più lunghi o per ingressi multipli, consultate la sezione Visto business Russia.
Questa informazione mi ha fatto chiedere cosa sarebbe successo se avessi deciso di rimanere in Russia per più di 30 giorni. Se avessi voluto viverci per sempre. Ho approfondito con la lettura della pagina Visto business Russia:
Con un Visto Business è possibile visitare la Russia per un periodo massimo di un anno. I cittadini della Comunità Europea che hanno ottenuto in passato un visto annuale e hanno la possibilità di indicare partner commerciali in Russia, possono richiedere visti multi-annuali da 2 a 5 anni.
Abituata a pensare che qualcuno debba ottenere un permesso di soggiorno per vivere nel mio paese, mi sono sentita quasi offesa quando mi sono trovata dalla parte opposta.
Ma forse il paese più blindato del mondo è la Corea del Nord. Se non si proviene da paesi sgraditi come Corea del Sud, Giappone, Israele, Stati Uniti o Regno Unito, entrare in Corea del Nord è possibile, ma è comunque difficile. Per prima cosa è difficile perché per volare a Pyongyang bisogna prima arrivare in Cina o in Russia dove si trovano gli unici aerei che decollano verso la Corea del Nord. Bisogna quindi ottenere prima il visto per uno dei due paesi. Una volta ottenuto però non è possibile prenotare in autonomia un volo per Pyongyang, né prenotare un albergo in Corea del Nord. Come per il Bhutan, per accedere alla Corea del Nord è necessario affidarsi a un tour operator che dovrà richiedere il visto e organizzerà tutto il viaggio. Una volta in Corea del nord poi la legge vieta che i turisti possano spostarsi ovunque senza l’accompagnamento della guida e in ogni caso le interazioni con la popolazione locale non sono ben viste. Inoltre non è possibile prelevare dalla carta di credito o bancomat, non si possono noleggiare mezzi di trasporto, non si può entrare nel paese se si è giornalisti.
Ecco quindi il nostro mondo globalizzato, dove continuiamo a credere di essere iper connessi con tutti, dove diciamo che tutto il mondo è paese, ma dove ogni paese alla fine decide per sé.
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