27 Aprile 2021

CATEGORIA: Racconto

Ai confini della famiglia

Sui vocabolari italiani leggiamo che la famiglia è un complesso di persone legate dal vincolo di sangue o di matrimonio. Nel corso dei secoli il senso della parola famiglia ha subito diversi mutamenti, ma è risaputo che all’interno della famiglia ognuno dovrebbe sentirsi a proprio agio, amato, accettato e supportato. Purtroppo non è sempre così; di conseguenza il nucleo familiare diventa un ambiente in cui si è nell’impossibilità di dire ciò che si pensa. Questo non succede solo nella famiglia che comprende genitori e fratelli, ma anche per quanto riguarda zii, cugini e nonni. Eppure gran parte degli esseri umani hanno una famiglia al di fuori della famiglia, cioè dei gruppi di persone con cui non hanno legami di sangue, ma con cui sanno di potersi esprimere senza sentirsi giudicati. Queste persone possono essere gli amici di una vita, quelli che ti hanno visto nascere, oppure figure che sono entrate nella tua vita in età adulta, ma che ti conoscono meglio della tua famiglia di origine. 

Da piccola non mi interessava sapere che all’interno della mia famiglia ci fosse qualcuno che non la pensasse come me. Ero ingenua e sapevo voler bene alle persone nonostante il loro pensiero. Con la crescita, ho iniziato a pensare con la mia testa e, se da una parte i miei genitori mi hanno sempre sostenuto, so che altri all’interno della mia famiglia non la pensano come me e non apprezzano ciò in cui credo. Poco male, in fondo si impara anche da chi ha idee diverse dalle mie, ho pensato. Però incontrarsi con persone con cui non si ha niente in comune, se non un legame di sangue, è estremamente logorante. Viceversa ho trovato in persone esterne alla famiglia un punto di appoggio non indifferente. 

Le persone che ti vogliono bene te lo dimostrano senza riserbo. Io ho trovato delle figure di questo genere nella famiglia della mia madrina di battesimo. Mi sento parte della loro unità familiare nonostante il nostro attaccamento non sia dovuto a legami di sangue, ma al fatto che ci siamo scelti. Scegliamo di trascorrere del tempo insieme e di comprenderci, di condividere i nostri pensieri e ricordi, di parlare delle nostre attività. In questa mia seconda famiglia ci sono due bambini a cui voglio un bene dell’anima e che mi fanno sorridere ogni volta che penso a loro, che rallegrano le mie giornate. Sapere che quando sono lontana anche loro, come i miei genitori, pensano a me, mi riempie di gioia e mi fa venire voglia di tornare ad abbracciarli. 

Insomma, qual è la nostra famiglia? Secondo la mia esperienza abbiamo almeno due famiglie, quella di origine con cui possiamo trovarci bene o meno, ma con cui avremo sempre un legame di sangue, anche se decidessimo di non frequentarla più. Poi c’è la famiglia che ci scegliamo e con cui possiamo condividere tutti quei momenti di spensieratezza che non sempre riusciamo a trovare nella prima famiglia.

I commenti sono chiusi.