28 Aprile 2021

CATEGORIA: Lettera

Lettera contro la morte

Caro Luca,

non è mai troppo tardi per scrivere una lettera, soprattutto se viene scritta con il cuore in mano e le lacrime agli occhi. Qui manchi davvero tanto, anche se so che vegli su di noi da dove sei ora. Manchi come il suono del tuo strumento, rimasto inutilizzato dal giorno prima della tua morte. Manca la tua voce rassicurante. Manchi a tuo figlio, che continua a chiedere dove sei e, nonostante gli sia stato spiegato che non tornerai, ti cerca. Sto cercando di prendermi cura di lui e di Irene, te l’avevo promesso, ma spesso è a me che manca la forza. Irene ha ricominciato a lavorare, non eri solo suo marito, ma il suo punto di riferimento ed è ancora spiazzata quando torna a casa e non ti trova

Io invece ho ripreso gli studi e le prove con l’orchestra, ti ho sostituito come primo violino ed è arrivato un ragazzo nuovo a prendere il mio posto. Mi sembra simpatico, ma mi devo ancora abituare al fatto che voltandomi non trovo te. So che sono trascorsi già due mesi, ma ovunque io vada tu sei lì. L’orchestra, casa tua, la scuola in cui girano tutti i libri che tu amavi. A proposito di libri, tutte le sere osservo la tua libreria e i volumi che, come il violino, si stanno ricoprendo di polvere. Ti prometto che li pulirò e li leggerò. Temo però che per prendere in mano il tuo strumento avrò bisogno di più tempo. Tutte le sere suono il piano per addormentare Matteo, non è proprio la stessa cosa di quando suonavi tu, ma lui sembra gradire visto che si addormenta subito. In quello non è cambiato, crollasse il mondo continuerebbe a dormire.

Irene e io siamo sempre più legate, se prima c’eri tu che inconsapevolmente facevi da tramite tra noi, ora parliamo e piangiamo insieme. La tua morte ci ha unite nel dolore. La verità è che in due riusciamo a gestire meglio la sofferenza. Ci dividiamo i compiti per quanto riguarda la casa e Matteo e cerchiamo di non nominarti troppo, finché non cala la sera. Appena il piccolo si addormenta ci ritroviamo in sala e parliamo della vita con te. Credo sia l’unico modo che abbiamo per tenerti vivo, sappiamo che non ci sei più, e anche se parlare di te ci fa piangere non possiamo smettere di farlo.

Tutto sommato le acque sono calme da quando ci hai lasciato, non ci sono state grandi tempeste e noi proseguiamo seguendo la rotta. Ci muoviamo con calma, ma in fondo ci hai insegnato a prendere la strada giusta, non possiamo sbagliare. Il sole continua a sorgere e tramontare perché è così che funziona. La macchina della vita non si ferma.

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