30 Aprile 2021

CATEGORIA: Narrativa

Filosofà

Milano, Anno Domini 2022. Tempo? Mah, qualche nuvola. Ah, devo dire quando? Facciamo autunno. Ottobre? E ottobre sia, è un mese dignitoso, lo accetto. Settembre no, troppe pretese, è ancora quello dei buoni propositi. «Senza mascherina, andrò sicuramente a correre tutti i giorni!» «Vaccino fatto, tampone pure, quest’anno state sereni che non mi vedrete più! Il mondo mi attende!» Sì, siete proprio settembrini. E invece eccovi li’, divanati. Ma lo comprendo, ehi, certe abitudini sono dure a morire. Quell’angolino del divano che ha preso così bene la tua forma peggiore, il tuo lato B nascosto, la stessa che fino a qualche mese fa ti stava così stretta, ora ti dà tutto il calore materno di cui hai bisogno. E la gente? Tutti quei «appena finisce questo casino, ci faremo una birra insieme!» dove sono finiti? Li hai nascosti anche quelli tra le pieghe del divano, in quel portale per il Sottosopra dove finiscono tutte le cose di cui non avevi poi tutto questo bisogno. Là, belli imboscati, insieme a tutti i centesimi in rame che, dici, ti servono per la spesa ma in realtà quando mai te li sei ricordati. 

Già. Quante cose dovevano cambiare e hanno solo preso un dito in più di polvere. Dicevano tutti che quest’anno saremmo diventati delle persone migliori. Che quel disastro emotivo a cavallo tra 2020 e 2021 ci avrebbe fatto apprezzare di più le famose piccole cose. E quella tiritera del siamo distanti oggi per riabbracciarci domani. Sì, dicevano anche che sarebbe arrivato quel momento, inevitabile, che avrebbe sotterrato finalmente in noi il piccolo seme della gentilezza, presto germogliato in tanti «Non ti preoccupare, lo faccio io per te,» «Hai bisogno di una pausa?» «Ma chi si incazza, chissà questo cosa avrà passato.» Come vi suona ora, questa buona etichetta da insolente pianta parlante? 

La verità è che non siamo cambiati, neanche un po’, e chi l’ha fatto l’avrebbe fatto comunque. Insomma, se eravamo stronzi prima, ora non abbiamo cambiato odore. E Mica l’ho detto io, l’ha detto pure quel nessuno di Umberto Galimberti, solo che l’ha detto meglio, con quella capacità di insultare in modo esistenzialista che hanno i filosofi. Galimberti, dicevo, a un giornalista che chiedeva se l’uomo, dopo tutto questo, sarebbe davvero diventato migliore, ha risposto così: «L’uomo pensa troppo poco, pensa solo a distrarsi da sé stesso.» Ecco, io non penso ci sia molto altro da dire. Ora vedi tu come giocartela; mai come adesso, tutto quello che eri e che sarai è proprio lì, nascosto insieme ai centesimi di rame, tra le pieghe del divano. 

 

Al confine tra buoni propositi e brutti sofà di provincia, trovi esattamente ciò che ti manca.

I commenti sono chiusi.