Di Daniele Capponi
Prologo
“Dan, svegliati o farai tardi.” La sveglia suonò senza interruzioni e il ragazzo, con gli occhi rossi e capelli spettinati, la gettò a terra nella speranza di romperla. Scese le scale e, nel bel mezzo della colazione, prese lo smartphone e scrollò le news ma il padre lo riprese: “Non perdere tempo con quelle sciocchezze.” – Dan si infuriò: “Non dovresti sottovalutare questo argomento. I sogni fanno parte della memoria collettiva del genere umano fin dall’alba dei tempi, è solo naturale che siano affascinanti.” il padre alzò i toni: “Non sviare il discorso, guarda me: faccio il fattorino e tua madre fa la cassiera; eppure, tu riesci comunque a comprare quella robaccia che non ti garantisce un futuro.” “Scusami tanto ma devo proprio scappare, ci vediamo”. Lo interruppe con la scusa di essere in ritardo pur di non sentirlo più sminuire ciò che gli piaceva. Intravide alcuni suoi compagni vicino alla fermata del bus e decise di rimanere a distanza mentre il sole illuminava le colonne marmoree del Campidoglio – Dan, seduto all’ultimo posto, gettò un’occhiata agli edifici ma uno, in particolare, con la scritta sopra “Oni-Rim” suscitò il suo interesse e decise di appuntarsi quel nome per più tardi.
Cap. 1: Una strana sensazione
Lunedì mattina. La classe si recò alla sede della Oni-Rim per poter assistere a qualcosa che Dan fremeva di vedere; all’ingresso, Dan intravide una ragazza che maneggiava un casco. Si fermò per chiederle che cosa stesse facendo, gli rispose che si trattava di uno strumento per accedere ai sogni – le domandò se anche a lei interessava quel tipo di argomento: “Si, leggo riviste mistery fin da piccola.” – le chiese anche il nome – “Io mi chiamo Kathleen, tu invece saresti?” “Io mi chiamo Dan, è un problema se ci rivediamo?” – Kathleen indicò l’orologio al centro della sala e gli propose di vedersi alle 19:00 dell’indomani in quello stesso posto; Dan la salutò e si ricongiunse con gli altri studenti. Giunti davanti a un macchinario, si presentò un signore sulla cinquantina, in camice bianco, dicendo di chiamarsi Gerard Boldrit, il quale pose una domanda: “Non siate timidi e approfittate dell’occasione; potrebbe non capitare una seconda volta di poter conservare un sogno tutto vostro.” Nessuno si offrì ma poi si sentì una voce: “Io vorrei fare un tentativo.” Dan si infilò il casco in testa, gli venne chiesto se fosse pronto – “Si, sono più che pronto”. Chiude gli occhi e, aprendoli, si trova in quello che sembra il salotto di casa ma con molteplici finestre sul soffitto, rendendolo, al tempo stesso, un luogo diverso. Dan prova a guardarsi attorno; di colpo, vede una sagoma scura: “E tu cosa saresti?Cosa ci fai nel mio sogno?” vede un effetto glitch che avvolge l’ombra, compreso ciò che tocca. Una sensazione di smarrimento travolge Dan, al punto che vorrebbe destarsi dal sogno ma – prima di riuscirci – l’unico dettaglio che nota è una parola detta dall’ombra che non riesce a comprendere, la quale si smaterializza lasciando una crepa nell’aria. Si destò di soprassalto; il dottor Boldrit e i compagni gli domandarono con chi stesse parlando ma Dan non rispose, facendo finta di non ricordarselo – le loro domande gli diedero la conferma che, ogni cosa accaduta all’interno del sogno, non era stata vista da nessuno. Al rientro, Dan sperò di incontrare di nuovo Kathleen ma non la rivide da nessuna parte; uscì e si avviò verso l’autobus; erano le 13.00 – mancava meno di un giorno per rivedere l’affascinante ragazza che condivideva le sue medesime passioni.
Cap. 2: Un nuovo obiettivo
Dan rientrò a casa e bussò alla porta, nessuno rispose. Prese le chiavi di scorta, diede un’occhiata in cucina e nel salone: non c’era nessuno in casa. Salì le scale e si chiuse in camera; si sedette alla scrivania e cominciò a fare ricerche su eventuali news riguardanti apparizioni all’interno dei sogni: non trovò nulla che confermasse la sua esperienza. Giunta la sera, Dan non sentì alcuna voce dal piano di sotto; scese in cucina e preparò un petto di pollo. Trascorse la serata a sfogliare riviste e guardare la TV, finendo per addormentarsi sul divano. “Dan, svegliati. Non dovresti dormire qui”. Un raggio di luce lo investì; era mattina e i suoi erano rincasati. Dan si diresse in cucina e vide suo padre seduto a sorseggiare un caffè; il padre gli chiese se avesse programmi per quella sera – Dan rispose: “Mi vedo con un’amica per le 19:00.” “Mi spiace ma dovrai rimandare. Io e tua madre siamo stati invitati da alcuni amici per una serata a quattro, tu invece starai a casa.” Dan strinse i pugni e se ne andò sbattendo la porta. All’orario prestabilito, entrambi i genitori si prepararono ed uscirono. Dan guardò l’orario e si accorse che mancava mezz’ora – si avviò verso la porta ma era chiusa a chiave. Si recò in camera, aprì la finestra, si affacciò e notò un’impalcatura poco più in basso – si legò alla vita un paio di lenzuola, atterrò sulla struttura, scese in cortile e corse in direzione della Oni-Rim. Riprese fiato e vide una sagoma appoggiata a un lampione: “Ehilà, buonasera Kathleen, da quanto mi stai aspettando?” “Sono appena arrivata in realtà.” – i due ragazzi entrarono nella struttura; la ragazza mostrò a Dan altri luoghi all’interno, incluso un piccolo giardino; si sedettero su una panchina in mezzo al verde: “Allora, di cosa volevi parlarmi?” “Ah sì, vorrei sapere che tipo di rivistemistery ti piace leggere”. La ragazza prese lo zaino sulle sue spalle e tirò fuori un magazine: “Mi piace molto questo settimanale: cerca di descrivere ogni tipo di extraterrestre, prendendo spuntosiadai libri che dalle fiction.” “Concordo, è anche scritto in modo fruibile per chiunque”. Entrambi discussero sul tema per svariati minuti, dopodiché Dan aggiunse: “Senti Kathleen, vorrei parlarti di un’esperienza che non ho raccontato a nessuno.” “Dimmi tutto.” Dan si alzò: “A quanto pare, una presenza estranea si è insinuata nel mio sogno”.
Cap.3: Faccia a faccia
“Non mi stai prendendo in giro vero?” “Non lo farei mai su qualcosa del genere.” Dan tentò di raccontare quanto gli fosse capitato con parole comprensibili. La ragazza si alzò a sua volta, dicendogli di seguirla – i due si accorsero delle poche luci in giro e tornarono dove si trovava il marchingegno – “Che ne dici se proviamo insieme a capire di cosa tratta ? Potrebbe essere una nuova area di ricerca.” Dan indietreggiò: “No, non mi fido a riprovarci. Se muoio, non ci guadagno nulla.” Kathleen si avvicinò e gli strinse la mano: “Non preoccuparti, terrò d’occhio le tue azioni attraverso il monitor. Andrà tutto bene.” Il ragazzo si tranquillizzò e si infilò il casco in testa: “Sono pronto.” – Kathleen azionò il pulsante; Dan chiude gli occhi per qualche secondo e sente qualcosa che gli fa storcere il naso, comincia a sudare – riapre gli occhi e vede la bocca rossa di un vulcano. Tenta di osservare al suo interno ma il calore lo tiene a distanza. Dan cammina sul fianco del cratere; chiama Kathleen, la ragazza non risponde – chiama una seconda volta: “Scusami Dan, sono ancora una principiante. Ho avuto dei problemi tecnici.” “Figurati, qui fa un caldo assurdo per qualche ragione”.Dan aguzza lo sguardo verso la coltre buia, sente un brivido lungo la schiena, si volta e la sensazione scompare – cerca di contattare di nuovo Kathleen ma la sente a intermittenza per poi diventare un suono stridulo; si tappa le orecchie. “Hai guardato l’abisso troppo a lungo.” una voce lo fa sobbalzare all’indietro – vede una sagoma davanti a sé. Indietreggia e giunge all’estremità opposta del vulcano – “Se precipiti nella tenebra alle tue spalle, che questo sia un sogno non importerà perché non farai più ritorno”. Dan tenta di parlare ma non riesce se non pronunciando una lettera per volta – la figura parla: “Il mio nome è Agares e sono qualcuno che non dimenticherai facilmente, mio caro Dan Keaters.”
Cap.4: Il re degli incubi
Un sorriso malevolo attraversa la figura nera pece: “Ebbene, ora che ci siamo presentati, ti chiederai ancora chi io sia ma sappi che non c’è una risposta a tale domanda.” Dan è immobile – si sforza di parlare e infine gli esce la parola: “In tal caso, che cosa sei?” l’ombra gli compare alle spalle e sospira: “Puoi anche chiamarmi con l’appellativo re degli incubi. Sentiti onorato di contemplare la mia essenza”. Agares si smaterializza e compare dietro al ragazzo; Dan cade sulle ginocchia, ansima e alza lo sguardo – Agares gli domanda: “Oggi mi sento benissimo, per cui ti concederò di farmi due domande a tua scelta.” “Non prendermi per i fondelli.” l’ombra paralizza Dan: “Non sfidare la sorte.” – essendo nuovamente libero, il giovane si alza e fa la prima domanda: “Cosa facevi nel mio precedente sogno?” “Stavo ingannando il tempo esono finito nel tuo sogno. Pensavo avessi più fantasia di così”.Dan si sente irritato ma non risponde alla provocazione e continua: “Qual è il tuo obiettivo ?”- Agares sta prima in silenzio e poi esclama: “Essendo io il sovrano delle paure inconsce degli uomini, è mio dovere condurli alla fine dei sogni. Ho vagato per troppo tempo tra una dimensione onirica e l’altraemi sono stancato di rivestire il ruolo del nomade; ora io sarò l’artefice di un vero e proprio terremoto”. Dan ha gli occhi spalancati, l’ombra si avvicina: “La mia risposta ti ha lasciato senza parole ?” – Dan non risponde – “Ti ho fatto una domanda.” Dan fa un respiro profondo: “In che senso terremoto ?”.Il ragazzo si volta, Agares si innalza con ali d’ombra – “Una spaccatura senza fondo nella quale l’inconscio degli esseri umani troverà la perdizione, per cui non illuderti di potermi fermare; io posso spostarmi da un sogno all’altro senza limitie ora ti saluto, Dan Keaters.” Dan riaprì gli occhi. I due uscirono dalla struttura e Dan si accorse dell’orario: “Accidenti, è tardissimo. Sarà meglio che torni a casa prima che i miei rientrino.” Dan consigliò a Kathleen di rivedersi per il weekend.
Cap. 5: Agares
Venerdì pomeriggio. Dan si accordò con suo padre per rientrare prima di sera, tornò alla Oni-Rim e rivide Kathleen: “Ciao, scusami per il poco preavviso. L’ultima volta mi sono scordato di chiederti il contatto.” “Non c’è problema, anzi risolviamo subito”. Si scambiarono i numeri di cellulare e si incamminarono lungo la grande Independence Avenue mentre le strade si affollavano – la ragazza rimase sbalordita dal racconto: “Ma è terribile.” “Più che terribile. Quella creatura è una minaccia per tutti noi.” “Dobbiamo dirlo a qualcuno.” “Tu hai in mente qualcosa?” Kathleen ebbe un’idea e suggerì di rivedersi nel giro di un paio d’ore. Quella sera, Dan si recò al Rock Creek Park, illuminato da lampioni colorati – Kathleen indossava degli occhiali da sole e si nascose dietro un albero, Dan si avvicinò: “Scusami, che cosa stai facendo?” “Non fare rumore”. I ragazzi tenevano d’occhio un uomo al telefono seduto su una panchina, si avvicinarono in punta di piedi ma l’uomo si girò di getto: “Giovanotti, cosa cercate di fare standomi alle spalle?” “Buonaseradottore. Non mi aspettavo di trovarla a quest’ora.” “Figliola, tu sapevi benissimo che sarei venuto qui perché te l’ho detto io stesso che frequento il parco dopo il tramonto.” Dan osservò in silenzio – l’uomo aggiustò il cappello, si alzò e si incamminò senza guardarli ma Kathleen insistette: “Aspetti, per favore. Dobbiamo discutere di una cosa importante.” “Non ho tempo per i giochetti. Ora ti saluto”. La ragazza gli si interpose davanti: “La prego di ascoltare quel che abbiamo da dire.” Boldrit passò oltre ma Dan gli afferrò il braccio – “Ragazzo, mollami se non vuoi che chiami le autorità.” Kathleen strinse l’altro braccio: “Lei deve ascoltare, è davvero una questione di vita o di morte per molte persone.” “State scherzando spero. Volete che avverta i vostri genitori?” Dan allentò la presa e si mise davanti al dottore: “Si ricorda quando non è stato in grado di visualizzare il mio sogno?Adesso conosco il motivo ed è più serio di quanto pensa”. L’uomo si sedette: “Spiegatemi la situazione dall’inizio”. Un’ora dopo – “Va bene, ho capito. In tal caso ci rivediamo alla Oni-Rim domani sera. Attueremo la missione quando non c’è nessuno in giro; fate in modo di esserci.” il gruppo si congedò.
Cap. 6: Giù nei sogni
“Dan, dove stai andando? Ultimamente esci spesso.” “Ho un appuntamento. Prometto che tornerò.” Dan tenne una discussione col padre prima di avviarsi per l’incontro prestabilito, riuscendo a trovare una scusa all’ultimo: “Riguarda una ragazza.” l’uomo smise di insistere: “Mi fa piacere che ti stai dedicando a qualcosa di serio, vedi solo di non trascurare le tue mansioni a casa.” “Va bene, a dopo.” Dan chiuse la porta, prese un taxi, giunse alla struttura e incontrò Kathleen e il dottore. “Dottore, siamo pronti.” – era sabato sera, Boldrit e i due ragazzi entrarono nell’edificio. Davanti al macchinario, il dottore propose: “Dan, devi fare in modo che l’ombra non ti tocchi; vieni qui, ti mostro una cosa.” – l’uomo tirò fuori un casco wireless da un cassetto; “Grazie a questo, è possibile entrare nei sogni altrui tramite l’ausilio di un avatar; quindi, sarai intoccabile finché lo avrai indosso.” “Mi scusi maci sono altre opzioni da valutare? Mi sembra troppo conveniente che Agares si manifesti solo nei miei sogni.” “Adesso ti faccio vedere quel che penso che farà.” Boldrit lo condusse in una stanza adiacente, mostrandogli una torre di videocassette VHS – “Questi sono tutti sogni scartati da persone come voi. C’è un’alta probabilità che si manifesti proprio in uno di questi.” “Cosa glielo fa credere?” “In base a quel che mi hai detto, quell’ombra produce un effetto glitch, per cui è possibile che tragga forza dalle spaccature tra un sogno e l’altro.” Dan lo osservava perplesso, Kathleen intervenne: “Sta dicendo che l’effetto glitch è causato dal passaggio tra molteplici realtà?” “Sì, è esatto”. Dan propose: “Io entrerò in questi sogni e cercherò di metterlo alle strette; se dovesse mettersi male, voi staccate la spina.” “In che senso? Se lo facessimo, rischieresti di non svegliarti più.” il ragazzo strinse la mano dell’amica: “Io tornerò eccome, vedrai”. Il giovane si posizionò il casco – “Buona fortuna. Io e Kathleen non ti perderemo d’occhio per un secondo. Tu ora rilassati e segui le mie istruzioni”. Chiude gli occhi e vede la proiezione di un armadio, lo apre e indossa l’unica veste che trova dentro, trasformandosi in un omone alto e muscoloso – “Questa è, al momento, l’unica scelta disponibile tra gli avatar di ultima generazione: si chiama Monk-wrestler e può sia combattere che esorcizzare ciò che vuole.” “La ringrazio. Ora la saluto”. Dan, in un battito di ciglia, si ritrova in un deserto con un sole scarlatto.
Cap. 7: Ultimatum
“Dan, stai bene?” “Si, come vede c’è un deserto qui ma la cosa anomala è uno strano sole rosso.” Dan tenta di fare un passo e intravede un portale poco più avanti: “Penso di essere già al confine di questo sogno.” “Benissimo, tu procedi dritto”. Passa oltre e vede un mare purpureo con giganteschi cavalloni; riesce a camminare sul muro d’acqua in verticale: “Adesso mi trovo sulla punta di un’onda enorme, il panorama è fantastico ma non vedo altro che una distesa d’acqua.” “Prova a cercare la prossima meta”. Il ragazzo oltrepassa un altro portale – si trova sulla vetta di una montagna; gli manca quasi il respiro ma si calma – “Dan, ti prego, rispondi.” – una voce lo chiama – “Kathleen, riesci a vedere quel che vedo? La vista è mozzafiato da qui.” la ragazza conferma; Boldrit interviene: “Dan, riesci a vedere altro?” “Purtroppo, no. Sembra che Agares non abbia gusto per certi dettagli.” Dan tenta di scendere ma, all’improvviso, intravede la porta successiva poco prima di uno strapiombo; tenta di scivolarci dentro ma la soglia diventa una bocca che lo inghiotte. Gli sembra di cadere rimanendo fermo; chiama Boldrit – nessuna risposta; precipita in una landa ricolma di geyser e odore di zolfo. Dan si guarda intorno: “Dove sei, Agares? Fatti vedere!” la connessione si ripristina – sente la voce di Boldrit: “Dan, ora sei in una ripiegatura tra un sogno e l’altro; torna indietro subito.” L’ombra si materializza in aria: “Ehilà, signori. Non abbiate fretta.” Dan si blocca alla sua vista, persino Boldrit e Kathleen sono paralizzati – “Non ti basta avermi trascinato qui, ora cos’altro vuoi?” l’ombra volteggia e sorride maniacalmente: “Per ringraziarti della visita, meriti una ricompensa.” indica in direzione di Boldrit e Kathleen – il dottore si contorce, la ragazza fa un passo indietro, Dan avanza furibondo: “Finiscila subito, demonio!”. Dall’altra parte, l’uomo si alza e ridacchia: “Che bella sensazione indossare un corpo umano.” il ragazzo accelera il passo – “A te la scelta, Dan Keaters: o distruggi me assieme a questo povero idiota o crepa una volta per tutte!” – Dan inizia a correre digrignando i denti.
Cap. 8: La quiete dopo la tempesta
“Kathleen, cerca di bloccare i movimenti di Boldrit!” “E come dovrei fare ?!” il dottore la scaraventa per terra: “Non sei in grado di fare nulla, ragazzina.” Kathleen si rialza, prende delle provette e gliele lancia contro; l’ombra si liquefà e diventa una melma scura. Dan cerca di assestare una serie di colpi ma a vuoto: “Perché diamine non riesco a penetrare questa melma ombrosa?” “Stai perdendo tempo, Dan Keaters. Tra pocoavrò il controllo sulla mente di questo Boldrit e allora non potrete più fermarmi”. La sostanza blocca i movimenti di Dan – “Finché ci saranno incubi generati dalla negatività degli uomini, io non morirò mai !”.Dan riflette e ha un lampo di genio: muove il braccio e afferra la melma; il suo tocco inizia a corrodere Agares – il ragazzo usa l’altra mano e apre una fenditura nel terreno, scaraventando Agares al suo interno: “Non credere di aver vinto ! Gli uomini continueranno ad avere incubi fino alla fine dei tempi, è inevitabile!” – la crepa si richiude. Dan tira un sospiro di sollievo: “Kathleen, assicurati che il dottor Boldrit stia bene, lui è la prova di quel che è successo stanotte.” l’uomo riaprì agli occhi e Kathleen si assicurò che stesse bene – vide il pollice in su: “Dan stai bene vero?” “Si, grazie dell’assist.”. Anche Dan riaprì gli occhi. I due adagiarono Boldrit su una barella – si risvegliò un paio di minuti dopo: “Dan, alla fine com’è andata?” “Abbiamo vinto. Ho fatto precipitare Agares nello stesso abisso dal quale è venuto.” – i due si strinsero la mano – “Vorrei chiederle una cosa: lei che farà dopo gli ultimi eventi?” – l’uomo si ricompose: “Notificherò i miei colleghi altrove di assumere misure più serrate qualora simili casi dovessero verificarsi di nuovo.” “Va bene allora.” I tre si recarono all’esterno: era ancora notte. L’uomo si separò in anticipo e i due giovani camminavano l’uno di fianco all’altro per un altro po’, finché Dan non sollevò una domanda: “Kathleen, c’è qualcosa di cui devo assolutamente parlarti.” “Si, senz’altro”. Si salutarono per il momento.
Cap. 9: Il futuro prossimo
Il giorno dopo. Dan disse ai suoi che stava uscendo; la madre gli mandò un bacio, il padre disse: “È una cosa ufficiale?” “Affari miei.” – Dan uscì e telefonò Kathleen: “Vediamoci al Rock Creek Park per le 17.00.” Si incontrarono vicino all’entrata per poi avviarsi nei verdi prati del posto – “Sai, Kathleen, abbiamo sconfitto Agares da pochissimo tempo; eppure, mi pongo una domanda: cosa ci dà la certezza che non accadrà di nuovo?” “Pensi che Agares potrebbe rinascere in futuro sotto un altro aspetto?” “Si, è questa la mia paura, specialmente dopo quanto ho sentito.” “Cosa ti ha detto?Per favore, raccontamelo.” “Prima di scomparire, ha detto che finché ci sarà negatività nel mondo, lui rimarrà una possibilità nel grande mare delle realtà oniriche”. La ragazza poggiò la mano sulla spalla dell’amico: “Ci basterà affrontarlo un’altra volta. Ora siamo preparati a qualunque evenienza.” “Si, hai ragione. Ci penseremo in un futuro prossimo”.
Di Daniele Capponi