Nel prospero paese di Canzo, vive un bambino solitario di nome Bernardo.
Passa le giornate a sgusciare noci regalandole agli altri bambini del villaggio, che però lo deridono a causa della sua testa sproporzionata, che ricorda una noce; per questo motivo lo chiamano “Gajum”. Bernardo si sente escluso dagli altri e, ogni volta che torna a casa in lacrime, la mamma cerca di tirarlo su di morale raccontandogli dei piccoli uccelli della foresta, che lo avrebbero
sempre protetto da qualsiasi male.
Un giorno, mentre torna verso casa, Bernardo si imbatte in una donna affascinante.
“Ehi, sgorbio, indicami la strada più veloce per il paese”, chiede lei. Bernardo non dice nulla e, a testa bassa, le indica il sentiero da prendere. In lacrime corre verso casa e inciampa; quando si rialza sente un forte cinguettio davanti a lui. Un ortolano gli consegna una boccetta di olio di noci con un messaggio: “Se da tutti vuoi farti accettare, con l’olio l’acqua devi contaminare”. Bernardo
prende la boccetta e la porta a casa.
Il mattino seguente passa dalla piazza, dopo aver preso qualche pagnotta, e vede una grande folla radunata attorno alla donna incontrata il giorno precedente. Ogni cittadino le offre qualcosa in dono, alcuni semplici gingilli casalinghi, altri delle forme di formaggi; c’è anche chi le propone denaro, cavalli, ville maestose, ma la donna insiste per solo un bicchiere d’acqua al giorno.
Bernardo comincia ad accusarla di essere una persona malvagia, ma gli abitanti del villaggio lo zittiscono e lo mandano a casa.
Qualche settimana dopo il padre di Bernardo spiega al figlio che per mancanza di acqua nella fonte, devono rinunciare ad alcuni raccolti. Il figlio decide di andare a prendere un regalo al padre per tirarlo su di morale. Giunto nella piazza, vede di nuovo la folla radunata attorno alla stessa donna che, con tono autoritario, chiede agli abitanti damigiane d’acqua. Tutti la assecondano ma Bernardo la accusa di essere una strega e che la mancanza di acqua nel villaggio è colpa sua. Gli
abitanti lo cacciano via con la forza, ignari dell’incantesimo che li ha colpiti.
Così Bernardo decide di seguire la donna fino a casa sua. Arriva al di fuori di una preziosa villa, concessa da uno degli abitanti. Si intrufola nello scantinato e trova centinaia di botti d’acqua.
La voce della donna lo sorprende alle spalle. Il bambino ha scoperto il suo piano, ma sa che nessuno nel villaggio gli crederà, essendo tutti sotto l’effetto della magia della donna. Bernardo fugge dalla villa e corre per tutto il paese, accusando nuovamente la donna di essere una strega che ha prosciugato le loro fonti. Nessuno gli crede e tutti lo deridono, cacciandolo via dalla
piazza con insulti e pomodori. Neanche il suo stesso padre lo ascolta, e lo manda a letto dicendogli di riflettere.
E, durante la notte, Bernardo riflette. Ripensa al piccolo ortolano e al messaggio sulla boccetta, così escogita un piano per smascherarla; ritorna nello scantinato della strega e versa una goccia dell’estratto di noci in ogni botte, contaminandola.
La mattina seguente, durante il suo solito comizio, la strega, tra una frase e l’altra, beve un sorso d’acqua. Con il passare dei minuti, la sua pelle inizia a riempirsi di rughe e la sua voce si fa sempre più roca, ma lei non se ne accorge. Gli abitanti, vedendo svanire la sua bellezza, vengono liberati dall’incantesimo e iniziano a reclamare i doni rubati. Armati di torce e forconi, cacciano via la
strega e acclamano Bernardo per averli salvati. L’acqua viene riportata nelle fonti che vengono nominate “Fonti di Gajum”, in onore del proprio eroe.
Giorgia Ferrari; Pietro Mella Bitti