Le tre guardie fuori dall’edificio lo videro arrivare, Egidio fu costretto a indietreggiare, due corsero verso di lui impugnando dei lunghi machete. Il più vicino sferrò un fendente, che venne schivato prontamente, lui
prese di scatto un ramo robusto da terra, e prima che il secondo colpo potesse colpirlo, lo fracassò sulle facce dei due. la terza guardia provò a rientrare per avvisare gli altri, ma prima che potesse mettere piede sulle scale, venne impalato sul posto. Egidio prese entrambi i machete e si diresse dentro, li farò fuori tutti
dal primo all’ultimo, lei non ha nessuna colpa non merita di morire.
“Sapevo che saresti arrivato, tutte quelle chiacchierate, sai le abbiamo viste, ti osservavamo. Incontro dopo incontro stavi cambiando, non sostenevi più la causa come una volta.” Esclamò Geremia.
Il suo corpo fremeva ma la sua mente non azzardava una mossa, la bambina era troppo esposta. Cosa blatera quel folle.
Geremia riprese: “Ma come può una bambina cambiare un uomo dalle così salde convinzioni, eppure la tua fede non mi sembra vacillare, ma la tua fiducia nel grande progetto che stiamo portando a termine si è ormai spenta. Sono curioso, dimmi, cosa rende questo mero involucro di carne così speciale?”
“Naturale che tu non capisca, confrontarsi con una mente così pura, osservarla compiere i suoi primi passi nella formazione del suo intelletto, aiutarla nel trovare la strada, la formazione di una coscienza, di un’istruzione. Qui ho trovato il vero significato del passo: I bambini apriranno la strada per la salvezza del
mondo.”
“A ho capito. Ti ha portato a mal interpretare le sacre scritture. Beh, proporrei una semplice soluzione: estirpare il problema alla radice.”
“Non le torcerete nemmeno un capello finché sarò vivo!” detto questo partì alla carica, erano in sei e nessuno doveva essere risparmiato. Il primo venne decapitato da un doppio fendente, il secondo e il terzo
gli corsero incontro provando a tagliarli le braccia, lui li evitò entrambi con due rapidi scatti, piantando un’arma nelle costole di uno e l’altra nella testa del terzo. Disarmato estrasse l’unica cosa letale che gli era rimasta, la Bibbia, che venne conficcata dritta nella gola del quarto. Il quinto era una montagna di muscoli,
caricò Egidio a testa bassa, lo atterrò, gli sferrò una scarica di pugni che spezzarono la sua guardia.
Oppresso ricevette due colpi in pieno volto, ma non perse la concentrazione, e appena scorse un’apertura, infilò i pollici nelle sue orbite, continuò a spingere fino a sfondargli il cranio. Si rialzò, sputò sangue e denti.
Vide Geremia sul limitare del calderone, di fianco a lui Ginevra. La vista era offuscata dal rosso delle brutalità compiute, Egidio placcò l’ultimo sopravvissuto lanciandosi nel cuore ardente della fornace, ti porterò con me tra le fiamme dell’inferno grandissimo bastardo; mentre cadeva in questa azione disperata
sussurrò alla bambina: “Addio piccola.” Una tempesta si scatenò nel cielo, la terra iniziò a tremare e Ginevra indietreggiò spaventata, un raggio di luce squarciò le nubi e dall’alto discese una figura con sei ali ma un corpo da uomo: “Chi invoca il potere di Metatron, angelo a capo dell’ordine dei serafini!” Si guardò
attorno, e non vedendo nessun’altro disse: “Piccolina?”
D’Angelo Emanuele; Gatti Alessandro