Prova di coraggio


Achille camminava titubante dentro quella tetra foresta, resa ancora più spaventosa dal frastuono notturno che la popolava. Proseguiva a passi corti, con il cuore fermo in gola. Ogni singolo passo, ogni singolo ramoscello spezzato, ogni frasca mossa dalla brezza estiva, lo faceva sussultare dal terrore. Dietro Achille, a pochi passi di distanza, c’era Giorgio, che osservava il suo amico tremare come una foglia.

“Quindi, ammetti di volerti arrendere, fifone?” chiese Giorgio con tono provocatorio.

“Ma cosa stai dicendo. Se vuoi proprio tanto tornare indietro fallo pure, ma fallo da solo,” rispose Achille, cercando di sembrare impassibile. Achille riprese a camminare, con passi pesanti come piombo. Osservava tutto intorno a sé, con occhi spalancati, cercando di scoprire da dove provenissero tutti quei rumori, quei versi e cigolii. A un tratto una mano gli toccò la spalla. “Cosa vuoi ancora, ammetti di avere paura?” Si girò, ma il volto che la torcia illuminò non era quello del suo amico. L’espressione era crudele, gli occhi erano spenti e vuoti. Non ci pensò due volte. Corse via, ignorando Giorgio che, alle sue spalle, rideva “l’ho sempre saputo, sei un fifone.”

Achille si sentiva esausto. Non riconosceva più la strada. Gli alberi erano tutti uguali. Si fermò, inerme e terrorizzato. Senza sapere dove andare, finché sentì delle grida alle sue spalle, da dove era scappato. Riconobbe subito la voce di Giorgio. Scattò verso le urla e poco distante lo trovò, bloccato nel torrente. Una roccia era l’unica cosa che non permetteva all’acqua di portarlo via. “Aiuto!” gridava, allungando una mano verso di lui, ma l’acqua sembrava forte e le rocce scivolose, e Achille non riusciva a muoversi. Giorgio urlò. Stava perdendo la presa. Achille allora prese un profondo respiro, e corse gli ultimi passi verso di lui. Si avvicinò al fiume, scivolando sul muschio, ma mantenne l’equilibrio e gli afferrò la mano. Tirò con tutta la sua forza, finché entrambi non furono sul ponte dal quale Giorgio era scivolato, respirando con affanno.

Una volta cominciato ad albeggiare tornarono al paese. La madre di Giorgio corse verso di loro, terrorizzata e in lacrime.

“Giorgio figlio mio! Che fine avevi fatto, ero così preoccupata per te, e perché sei tutto bagnato?”
Giorgio le strinse le mani e sorrise “Mamma stai tranquilla, sto bene. Grazie ad Achille sto bene.”

Giovanni Delrio; Matilde Cattaneo


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