Quell’idiota di mio marito


Ho sposato un idiota, esclamo. Le tazzine di caffè fumante abbandonate sul tavolo. Lidia e Anna sono sedute di fronte a me. Cos’è questa robaccia? Gli chiedo. Domiziano nella mano destra ha un berretto di lana con le strisce arancioni, veramente orrendo, nella sinistra quel maledetto ombrello, da cui non si separa mai. Vvvvolevo sssolo faaarti unaa sorpresa, risponde, è il nnostro aa anniversario. Le mie amiche si mettono a ridere. Aggrotto la fronte e lo guardo contrariata. 

Prendi, gli urlo. Lancio le chiavi, conoscendolo non penso sia in grado di afferrarle senza farle cadere. Con sorpresa ci riesce. Sei ridicolo, affermo seccata, aspettami in macchina.  

Mi avevano avvertita i miei che non era l’uomo giusto, che i canzesi non portano nulla di buono, ma ero giovane e innamorata. Ora non lo sono più. Una nervosa boccata di fumo e schiaccio la sigaretta nel posacenere.

Sono di fretta tesoro, vai a prendere l’auto, stasera devo fare un figurone, gli ordino mentre infilo una gonna su cui ho ricamato alla perfezione l’etichetta di Dolce&Gabbana. Nascondo il cartellino degli stivali con il tacco a spillo e mi precipito in strada. Domiziano è impalato all’ingresso del Parco Barni, guarda una bicicletta sulla ghiaia. Che fai? È parcheggiata più avanti, esclamo. Si gira verso di me. C’è un bambino accanto a lui, ha le ginocchia sbucciate. Quanto odio quei piccoli vermiciattoli. Su, muoviti, gli dico, siamo già in ritardo. Fa per incamminarsi ma inciampa, l’ombrello che tiene in mano finisce in aria, lo riprende al volo. Mi avvicino. Sei proprio un pagliaccio, andiamo via. Ccciao, vvvooolevo a aiutarti. Lo prendo per un braccio e il bambino si mette a ridere, sfila dalla tasca una moneta di cioccolato e gliela regala. 

Domiziano mi accompagna alla festa del Santo Patrono sul lido del Lago del Segrino. Le bancarelle sono illuminate dalle luci natalizie, la gente cammina tra il profumo di caldarroste e di cioccolata calda. Mi siedo sotto al palco con Anna e Lidia, a commentare il cattivo gusto nel vestirsi dei canzesi.

Bbbuonasera a tttuuutti. Domiziano è sul palco. Mi pietrifico e con una scusa cerco di allontanare le mie amiche, ma è troppo tardi. Afferra delle arance e le lancia. Ecco così, al volo, strilla un bambino mentre addenta lo zucchero filato. È quello di prima. La folla lo applaude. Caspita, ma è davvero bravo tuo marito, esclama Lidia. Dove ha imparato? Chiede Anna. Inizio ad applaudire anch’io, da sopra il palco Domiziano sorride. Non posso più chiamarlo idiota.

SIlvana Accardo, Marco Omodei


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