Tutto bene?

Sul computer al centro del tavolo nel mezzo del ristorante vuoto si alternano immagini di sguardi duri e risoluti, gli occhi di un leone che puntano la preda e atleti oltrepassano traguardi. Testi motivazionali si sovrappongono accompagnati dal suono di una musica senza parole ma dal ritmo incalzante che sembra pompare benzina direttamente nelle vene. Ci vuole coraggio, tieni duro non mollare

La fioca luce emanata dal computer si riflette su un volto stanco, segnato da profonde rughe che marcano la fronte e il contorno di un paio d’occhi che fissano lo schermo, vitrei, spenti, persi in un mare di pensieri.  Ma ci sono riuscito, pensa Michele.

Tutto era cominciato un grigio lunedì di un marzo freddo in quello che le persone si sarebbero ricordate come uno dei peggiori anni di sempre. La paura, gente chiusa in casa, il suono continuo delle ambulanze e la polizia per la strada. Per Michele le ombre dell’incertezza avevano preso forma prima degli altri, quando tutti si chiedevano cosa stesse succedendo, lui già combatteva con un affitto arretrato, un mutuo e una famiglia che contava su di lui per andare avanti. Ma io ce l’ho fatta, si era ripetuto.

Il cursore del computer si era mosso e la finestra sullo schermo si era ridotta a un’icona che era andata a scomparire in un angolo basso dello schermo. La freccia del mouse si era spostata a una cartella del desktop. Foto, doppio click. Anteprime di immagini cariche ci colori erano apparse sotto gli occhi di Michele. Ne aveva scelta una, due bambini si abbracciavano e rivelavano un sorriso sdentato. In un’altra una donna bionda dai capelli lunghi e ondulati sorrideva nascondendosi appena il volto con una mano smaltata. Non ho bisogno d’altro, aveva pensato Michele. Dopo un altro tocco del cursore un video aveva occupato l’intero schermo. Il suono delle risate aveva riempito la stanza, il volto di Michele si era addolcito con un timido sorriso. I bambini della prima foto erano impegnati nella conquista di una fortezza immaginaria. Sciabolate e colpi di pistole invisibili. Swiss, un fendente aveva mancato di poco il bersaglio. Bam, un colpo a bruciapelo era andato a segno e adesso uno dei due si era disteso a terra gridando vendetta e agitando un pugno all’aria. Poi erano scoppiati a ridere. Per loro Michele si era dato tanto da fare. Le ore di lavoro al ristorante, i weekend persi e le feste di compleanno mancate. Tutto perché potessero vivere bene. E poi c’era stato quel periodo difficile e Michele aveva pensato di non farcela, ma adesso le cose erano tornate a girare. Gli avevano permesso di riaprire il locale e presto anche i clienti sarebbero tornati, si diceva.

Michele si era alzato ed era arrivato al bancone senza bisogno di accendersi una luce per muoversi in quegli spazi che conosceva così bene. Sotto la cassa un piccolo spazio chiuso a chiave. Registri contabili, un grosso libro e un mucchio di blocchetti di carta nascondevano una vecchia pistola. E pensare che ci ero andato così vicino, si era detto. Poi con un gesto d’orrore aveva richiuso sbattendo il cassetto e si era tornato a sedere. Il video continuava ad andare sul computer in un loop continuo. Fatti un goccio, aveva detto Michele, fatti un goccio e non ci pensare. Con un bicchiere alla mano aveva acceso la televisione che dopo un breve ronzio aveva inondato la sala di una luce chiara e sterile. C’è il discorso del presidente sul primo canale. Il Paese non ce la fa, ci aspetta la recessione e i tempi duri devono ancora arrivare ma il popolo ce la farà, dice l’uomo intervistato. Ma che ne sa quello? Michele abbassa il volume fino allo zero.

È una sera come le altre quando la guardia notturna scende dalla sua Punto bianca con le sirene blu e inizia il solito giro di controllo, davanti al ristorante di Michele si accorge della luce che filtra da sotto la saracinesca. Non vede il lucchetto, fa per sollevare la pesante persiana quando un colpo sordo gli blocca la mano. Tutto bene? Chiede. Appoggia l’orecchio al metallo e dall’altra parte gli pare di sentire il suono di fievoli risate.

Di Emanuele Bissaldi

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