Bandiera_Corea del nord

Il 2020 di Kim

“Presto una nuova arma strategica”. Questo era il proposito di Kim Jong-un per il 2020, in seguito alle sanzioni da parte degli Stati Uniti. Nonostante questa dichiarazione, Trump tuttavia era rimasto sereno e convinto che il leader nordcoreano avrebbe mantenuto i patti sulla denuclearizzazione. E così è stato, in effetti, ma poi il mondo ha dovuto fare i conti con il coronavirus, Corea del Nord inclusa. Il periodo di lockdown ha permesso a Kim di fare il bello e il cattivo tempo nel paese, sfruttando la situazione anche per questioni non legate alla pandemia.

Sono entrate in vigore nuove norme che a noi occidentali possono sembrare assurde, ma che ovviamente non lo sono per Kim. Per esempio il leader nordcoreano ha dichiarato immorale e sovversivo il sesso fra adolescenti poiché influenzato dagli stili di vita capitalistici. Severe punizioni ai genitori e agli insegnanti che non impediscono questo comportamento tra i giovani.  Sempre per contrastare “l’ideologia borghese occidentale”, Kim dava a inizio agosto l’ordine di confisca degli amici a quattro zampe nella capitale.

Ritornando al tema Covid-19, Kim ha prontamente chiuso qualsiasi tipo di confine soprattutto con la Cina, epicentro della pandemia, rivelando quanto Pyongyang sia dipendente da Pechino in termini economici. La Corea del Nord infatti si è trovata impossibilitata a procurarsi i beni di prima necessità con la conseguenza della scarsità di cibo e quindi l’aumento dei prezzi. Ciononostante, in seguito la Cina si è resa comunque disponibile a fornire aiuti dal punto di vista sanitario, come respiratori e tamponi. 

A inizio luglio il governo nordcoreano affermava di non aver avuto neanche un caso positivo grazie alla lungimiranza di Kim, eletto a eroe e salvatore. Peccato che a metà dello stesso mese veniva dichiarato dallo stesso leader il primo caso ufficiale: l’uomo identificato come “paziente zero” era scappato tre anni prima in Corea del Sud ed era tornato illegalmente attraverso una zona demilitarizzata il 19 luglio. In seguito a tale avvenimento, Kim aveva stabilito lo stato di massima allerta e aveva messo in lockdown la città di confine di Kaesong.

A far scalpore ci ha pensato anche la notizia della presunta prematura morte del leader. Tra aprile e maggio infatti, Kim sembrava sparito nel nulla per poi riapparire dopo venti giorni di assenza. L’ultima foto prima del sua “vacanza”, lo ritraeva in uno stato di salute non troppo ottimale e la sua assenza anche durante la cerimonia per l’anniversario di nascita del nonno, ha fatto pensare al peggio (o al meglio, a seconda dei punti di vista) salvo per poi riapparire durante l’inaugurazione di una fabbrica di fertilizzanti sorridente come non mai.

Kim
Foto Ansa

Un fatto certo è che abbia delegato parte dei suoi poteri alla sorella, Kim Yo-jong per “alleviare lo stress”. L’autorità assoluta a oggi è ancora nelle mani di Kim Jong-un, ma l’ascesa così repentina della sorella fa certo pensare a cosa accadrà alla Corea del Nord alla morte dell’attuale leader e a che tipo di politica verrà adottata. 

di Marco Amari

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