La lunga vita di un GDR

Era il 7 gennaio 2018 e il nostro Dungeon Master aveva appena creato il gruppo WhatsApp. Il giorno, il luogo e l’ora erano stati decisi; i personaggi e le rispettive schede erano state compilate. Non avevamo mai giocato a Dungeons & Dragons, ma non ci volle molto per diventare appassionati. Ogni venerdì ci incontravamo e giocavamo per qualche ora, uscendo per un po’ dai panni della quotidianità. Quella campagna iniziata due anni fa è terminata il mese scorso, dopo aver assistito a degli esami di maturità, la nascita di una bambina e una cosa conosciuta come pandemia mondiale.

Ma andiamo con ordine, non è detto che sappiate di cosa sto parlando e non sarei sorpreso di scoprire che in questo momento state guardando lo schermo con un’espressione tra la confusione e l’imbarazzo. Cos’è Dungeons & Dragons?

Dungeons & Dragons (D&D) è un gioco da tavolo, più precisamente un gioco di ruolo (gdr), in cui i giocatori interpretano dei personaggi creati da loro. Ogni personaggio ha le sue abilità e caratteristiche e il giocatore decide il suo aspetto e la sua storia. C’è poi un giocatore con un ruolo speciale, è appunto il Dungeon Master (DM) e ha il ruolo di narratore della storia. Il DM presenta varie situazioni e ostacoli ai giocatori, e questi dichiarano come i loro personaggi decidono di affrontare la situazione, in modo totalmente libero, portando avanti la storia. Il DM ha inoltre il compito di interpretare tutto il contesto intorno ai personaggi, quindi il locandiere che incontrano in città, il mercante che trovano al mercato, i mostri che vogliono ucciderli e così via. In parole povere è come se qualcuno ti leggesse un libro in cui le parole appaiono in tempo reale perché sei tu a prendere tutte le decisioni.

Una spiegazione così breve non rende totalmente l’idea, ma almeno ci fa sembrare un po’ meno pazzi. In ogni caso torniamo a noi. Le singole partite di un gdr (le poche ore del venerdì nel mio caso) sono chiamate sessioni e l’insieme di queste sessioni forma una campagna che può durare appunto degli interi anni. Una vera e propria storia che vivi in prima persona e che ti accompagna per una parte della tua vita, includendo tutti i cambiamenti che ne conseguono. E nel 2020 di cambiamenti ce ne sono stati parecchi.

In una situazione standard i gdr si giocano con un gruppo di persone intorno a un tavolo, ma non è sempre possibile. Già da diverso tempo esistono siti e programmi per giocare ai gdr online, dato che spesso i giocatori sono fisicamente lontani o magari non hanno i mezzi per trovarsi in un luogo prestabilito. Programmi come Roll20 o Fantasy Ground offrono moltissimi strumenti per creare mappe digitali, segnalini per i personaggi, schede per tenere appunti, statistiche, abilità e molto altro. Grazie a questi software inoltre la community è riuscita a creare molti più contatti e quindi a diffondersi in modo incredibile. Sono nati moltissimi server su Discord (applicazione che permette comunicazioni testuali, vocali e visive) in cui si organizzano gruppi di gioco, e si gioca, ogni giorno.

Dunque durante la pandemia questo fenomeno si è amplificato a livelli incredibili e quello che una volta era un modo un po’ sfortunato per sentirsi, perché il gioco dal vivo è comunque più entusiasmante per i più, è diventato un sistema organizzato e molto utilizzato da buona parte dei giocatori del mondo. Wizard of the Coast, l’azienda che pubblica D&D, durante la quarantena ha spinto i propri giocatori a rimanere a casa e a giocare online offrendo storie, contenuti e avventure digitali gratuitamente.

Inoltre sono aumentati moltissimo i content creator che portano le loro sessioni in live, giocando davanti a un pubblico virtuale su Twitch, celebre sito per trasmissioni in diretta. Uno degli esempi più virtuosi è il canale Inntale, il cui contenuto principale è una campagna di D&D registrata e pubblicata su Youtube in cui vediamo i giocatori intorno al tavolo, contenuto che è stato necessariamente sospeso. Ma per non lasciare a bocca asciutta il loro pubblico hanno iniziato alcune brevi avventure in live, utilizzando i vari strumenti sopracitati, e ottenendo un successo sorprendente con oltre duemila persone di media che assistevano alle dirette.

Insomma in un periodo di isolamento globale alcune community non hanno fatto altro che avvicinarsi ancora di più, e anche se le sessioni online non diventeranno lo standard, sono un’ottima alternativa e un buon modo per ritrovare il piacere di giocare insieme.

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