Oscar all-inclusive

Febbraio 2020, alla 92esima edizione degli Oscar, Parasite di Bong Joon-ho vince sia miglior film straniero sia miglior film dell’anno, è la prima volta che accade. Nonostante questo la vera rivoluzione si è verificata solo da pochi giorni, con un annuncio dell’Academy.Una rivoluzione che parla di regole a partire dal 2024, che hanno già  sollevato un certo polverone.

Per partecipare nella corsa alla statuetta d’oro la parola d’ordine sarà “Inclusione”, che deve essere applicata a cast, trama e troupe del film. Per semplificare, cominciamo a dividere le regole in standard e criteri. 

lo standard A avrà al suo interno tre criteri. Il primo: almeno un attore principale o non protagonista deve essere asiatico, ispanico/latino-americano, nero/afroamericano, indigeno/nativo americano/nativo dell’Alaska, mediorientale/nordafricano, nativo hawaiano o altro isolano del Pacifico. Il secondo: almeno il 30% di tutti gli attori in ruoli secondari e minori deve provenire da gruppi sottorappresentati: donne, gruppo etnico/razziale, LGBTQ+, persone con disabilità cognitive o fisiche o sorde. Il terzo: la trama dovrà essere incentrata

su un gruppo sottorappresentato. Per rientrare nello standard A sarà sufficiente rispettare uno dei tre criteri. 

Lo standard B ha anche lui tre criteri, e questi si concentreranno di più sul team del film. Il primo: almeno due posizioni di leadership creativa e capi dipartimento dal casting alla fotografia, dall’editor alla scenografia, passando dagli effetti visivi dovranno appartenere ai sottogruppi elencati nello standard A. Il secondo: il primo criterio è applicabile a qualsiasi organo della troupe più generico. Il terzo: almeno il 30% dell’intera troupe deve appartenere alle categorie sottorappresentate. Anche in questo caso varrà la regola del almeno una su tre. 

Gli standard C e D si occupano della tutela delle minoranze o dei sottogruppi per quanto riguarda gli stage, in ambito cinematografico e nella parte di marketing/pubblicità. 
Su quattro standard bisognerà rispettarne almeno due. Per i film d’animazione, i documentari e i film stranieri si avranno regole a parte. Il magico duo formato da David Rubin, presidente dell’Academy, e Dawn Hudson, Ceo di quest’ultima, ha affermato “L’apertura deve allargarsi per riflettere la nostra eterogenea popolazione globale sia nella creazione di film sia nel pubblico che si connette con loro.” Bellissime parole che non sono state però condivise da tutti. L’attrice statunitense Kristie Alley, che ricordiamo in film come Harry a pezzi, si è scatenata con due Tweet, o meglio con uno brutale che è stato immediatamente modificato. Il tweet originale recitava: “Queste nuove regole sono una disgrazia per gli artisti, è come se qualcuno avesse detto a Picasso cosa dipingere nei suoi fott**i quadri! Avete dato di matto” riferendosi all’Academy. Il secondo invece, più mite, afferma: “Sono al 100% per l’inclusione della diversità e la tolleranza. Sono contraria alle percentuali OBBLIGATORIE relative all’assunzione di esseri umani in qualsiasi attività.” Oltre oceano la situazione non è migliorata però. In Italia infatti il regista Gabriele Muccino ha dichiarato “Il cinema non deve mai pensare in modo politico o morale, non si può fare arte se i paletti sono così limitanti da assomigliare a quelli che vengono messi per la visione di un cartone animato della Disney“. Ma Muccino non è stato il solo a essere scontento: il critico Gianni Canova ha pubblicato un post su Instagram sul perché l’Academy abbia “Deciso di suicidarsi”.

Mandatory Credit: Photo by Rob Latour/Shutterstock (10548150nd) Best Picture – Parasite 92nd Annual Academy Awards, Show, Los Angeles, USA – 09 Feb 2020

Ma se prendessimo una macchina del tempo per ripercorrere la storia del cinema in queste 92 edizioni molti film premiati otterrebbero ancora la statuetta? La risposta è No. Prendiamo ad esempio una delle trilogie più famose del cinema, amata soprattutto in america, quella de Il Padrino. Ebbene, non possiamo considerare i protagonisti come una minoranza etnica, come non possiamo parlare di un ruolo fondamentale o secondario dato a una donna. Ma non solo i film per adulti non rispettavano la magica linea dell’inclusività, anche la saga amatissima de “il signore degli anelli” sarebbe tornata a casa a mani vuote. Negli ultimi anni però la solfa è molto cambiata e ha visto trionfare film come green Book, the Shape of water e il già citato Parasite. La domanda da farsi che rimane è: I registi fino al 2024 cercheranno di non rispettare nessun criterio per protesta? E ancora: Quando entreranno in vigore si punterà al rispetto dei criteri più “comodi”?

Di Linda Volontieri

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