Il corpo umano è una macchina complessa, che ha bisogno di alimenti ben precisi per poter svolgere al meglio le proprie funzioni. Ogni giorno dobbiamo coccolarlo con la giusta quantità di acqua, vitamine, minerali, acidi grassi e amminoacidi. Questa, lo si può leggere anche in rete, è la chiave per un’alimentazione bilanciata che non solo aiuta a vivere di più, ma persino meglio.
Viene da chiedersi, però, se non ci stiamo dimenticando qualcosa. Se il corpo è l’armatura che ci accompagna quando ci svegliamo la mattina, affrontiamo la giornata e poi, a fatiche finite, ci stendiamo sul letto, la mente è il vero motore che imprime energia a quell’esoscheletro. E la mente si nutre con l’arte. Migliore di qualsiasi cibo sulla faccia del pianeta, è gratuita, variegatissima e non provoca indigestioni.
È vero, sembra la solita frase nata dallo stereotipo e poi buttata lì, nero su bianco, tra i sintagmi di un articolo qualsiasi. E forse, almeno in parte, è così. Ma come si suol dire, gli stereotipi sono tali perché nascondono sempre un filo di verità; dopotutto, chi ha più visto una mezza stagione da anni a questa parte?
Come prima cosa, dobbiamo abbandonare l’idea classica e ormai obsoleta (e sono ironico solo al 75%) di prendere la metro per visitare fisicamente il Museo Tal dei Tali, seduti sul divanetto al centro della sala circondati dal Raffaello o Michelangelo di turno. Siamo nel 2020, ormai in dirittura di arrivo, e per citare un brand con giusto qualche soldino sul conto corrente, think different. Oggigiorno la tecnologia ci fornisce gli strumenti giusti per poter godere di opere d’arte, che siano foto, quadri, video, mostre etc., standocene comodamente spaparanzati sul divano di casa. Insomma, arte a prova di italiano medio.
In più, la recente quarantena e il coronavirus non hanno aiutato in questo senso, bloccandoci a casa prima e limitando l’ingresso nei luoghi pubblici poi. Tuttavia, se c’è qualcosa che si può fare durante un periodo di emergenza così fuori dall’ordinario, è imparare ad adattarsi alla situazione e studiare un rimedio ad hoc. Questo rimedio, signori e signore, è stato Instagram.
È vero, di primo acchito accomunare la parola Instagram alla parola arte sembra un po’ come spalmare il ketchup sul pane. In realtà, non è così. Instagram, celeberrimo social network che non ha bisogno di presentazioni, è stato negli ultimi mesi veicolo di un’enorme diffusione di vibrazioni artistiche provenienti da tutto il globo. Da un lato c’è chi sente l’urgenza di comunicare, di buttare fuori, o in altre parole, di sublimare le sfighe quotidiane della vita in un output artistico; dall’altro c’è chi invece è sempre affamato di stimoli, sensazioni, sentimenti. Il tutto, disponibile alla modica cifra di zero euro e alla portata di qualche click.
Sul social network targato Facebook, centinaia di artisti e altrettante pagine che raccolgono il loro lavoro sono spuntati come i neonati nel pieno del baby boom del 1950. Troppi per poterli contare, troppi da poterli immaginare. Ma niente paura; come si diceva a inizio articolo, di arte e cultura non si può fare indigestione.
Per la giornata odierna vi segnalo @emergencyexit_artinquarantine e @curatethequarantine, due pagine che si occupano di condividere il lavoro di artisti di qualsiasi tipo. Video, immagini, digital art, e tutto ciò che una mente affamata di arte può desiderare. Fate un salto a salutarli, non ve ne pentirete. Come abbiamo già detto, è giustissimo nutrire il corpo, ma non dimentichiamoci di nutrire anche la nostra testa. Facciamo nostro un altro motto, così citato da diventare uno stereotipo: mens sana in corpore sano.

Di Stefano De Putti