La mostra, curata da Massimo Bignardi direttore del Frac, segue lo svolgersi narrativo di temi e modalità linguistiche che hanno sollecitato l’immaginario dell’artista senese, a partire proprio dalla sua città natale e da Paestum, divenute cifre di uno spazio ‘invisibile’.
Percorsi, attraversamenti di luoghi della quotidianità e dell’immaginazione che Staccioli ha tradotto nei segni di arcaiche urbanizzazioni, con il linguaggio libero ed immediato dell’informale, seguendo cioè dettati emotivi suggestionati dalla prosa di Italo Calvino, dalle sue città invisibili. «Le opere di Oscar Staccioli proposte in mostra – rileva Bignardi – offrono nuovi margini di riflessione intorno al tema della città, al significato che essa ha assunto negli anni e che l’artista senese ha esibito sia nelle prove pittoriche sia nelle manipolazioni plastiche nelle quali ha saputo trascrivere la narrazione di un viaggio sulle strade interne della memoria.
Più che un viaggio nella sua Siena, nei ricordi ad essa legati, quello di Staccioli è stato un ‘camminare’ con il passo del flâneur, cioè, di chi guarda i luoghi, il paesaggio e li fa suoi rispondendo agli interrogativi dettati da motivi ‘diversi e più profondi’.
Ragioni dell’esistenza che non gli hanno impedito di portare con sé il sogno del passante, di chi guarda senza memoria, scoprendo di volta in volta, strato dopo strato, la realtà e le impronte che l’hanno costruita.
Nato a Siena nel 1920, a dodici anni si trasferisce con la famiglia a Rimini, dove frequentò le scuole superiori trascorrendo gli anni giovanili nel vivace e stimolante ambiente culturale dominato dalla figura di Federico Fellini e Teresa Franchina, che alimentò l’inclinazione artistica del giovane Staccioli. Torna a Siena nel 1944 pochi giorni prima che città venisse liberata dalla truppe alleate.
Risale agli anni Cinquanta la conoscenza di Emilio Montagnani, Plinio Tammaro, Enzo Cesarini, e degli altri artisti che animavano l’ambiente artistico-culturale senese, con i quali intrattenne continui scambi di idee sull’arte che stimolarono fortemente il suo approccio sperimentale alle tecniche e agli stili.